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Laboratorio Acqua

Uno spazio dove condividere opinioni, idee, dubbi sul caso studio affrontato durante i laboratori.


 
  • Gruppo Giovani Piossasco ha scritto:
    09 febbraio 2010 alle 01:05

    Se noi siamo composti dal 75% d’acqua, privatizzarla non sarebbe come sostenere la tratta di persone?
    Se su tutto il territorio italiano fossero presenti sistemi di distribuzione dell’acqua minerale naturale pubblici (es: latte), questo permetterebbe di ottenere un forte abbattimento dell’inquinamento causato dalla produzione e distibuzione dell’acqua in bottiglia e ridurre le spese di ogni cittadino.

    “ciò che è nostro non è pubblico, è comune; e come tale non è privatizzabile, perché lo Stato può decidere di privatizzare ciò che è “pubblico”, cioè dello Stato, non ciò che è “comune”, di tutti.” (citazione professor Gregorio Arena, Ordinario di diritto amministrativo presso l’Università di Trento ed ex presidente di Cittadinanzattiva)

  • Luca ha scritto:
    09 febbraio 2010 alle 18:11

    Posto il link ad un articolo di Sergio Rizzo, pubblicato oggi su Corriere.it
    Per i più pigri riporto qualche estratto qui sotto: cosa ne pensate?

    http://www.corriere.it/cronache/10_febbraio_09/rizzo_acqua_647291e0-155c-11df-a154-00144f02aabe.shtml

    “Ogni anno, secondo un documento della Confartigianato, il 30,1% dell’acqua immessa in rete non arriva ai rubinetti: per fare un paragone europeo, in Germania le perdite non arrivano al 7%. Come se buttassimo dalla finestra 2 miliardi e 464 milioniI colpevoli sono diversi, e tutti in qualche modo imparentati con l’azionista pubblico.

    Tutto questo rende difficilmente comprensibile, al di là delle pur rispettabili opinioni ideologiche, la sollevazione bipartisan contro la privatizzazione del servizio, con la motivazione che ciò esproprierebbe i cittadini di un bene pubblico vitale a vantaggio di imprese che hanno il solo obiettivo del profitto.

    Ecco perché prima di tutto sarebbe il caso di risolvere il problema della regolamentazione del FarWest dell’acqua, affidando a un’autorità indipendente il compito di stabilire tariffe eque e imporre la decenza del servizio. Se anche qui si vuole aprire il capitolo dei privati, è uno strumento fondamentale per mettere al sicuro da ogni rischio l’uso di un bene vitale.

    C’è per il gas e l’elettricità. Perché non per l’acqua? O si vuole ripetere l’errore già compiuto in occasione di altre privatizzazioni?”

  • 4^E e 4^G Istituto "P. Boselli" To3 ha scritto:
    14 febbraio 2010 alle 13:42

    Dalla riflessione fatta insieme sulla privatizzazione dell’acqua siamo giunti alla conclusione che non siamo d’accordo su quanto è stato fatto poichè privatizzare l’acqua comporta il rischio di un minor controllo sulla qualità e un possibile aumento dei prezzi. crediamo però anche che per migliorare la società sia necessario che tutti contribuiscano insieme.



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